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«Fare tardi non sarà una trappola sonnolenza di una prigione sul filo del fumo dell'alcool ed una lampada ti farà sognare oltre quel mormorio che va aldilà della speranza illuminandone la stanza di luce» |
Inserita il 10/06/2017 |
Un carillon
un dolce suono
sembra solo uno scherzo
il sonno diventa un turbamento
l’istante una smorfia e la cancella
come la lavandaia
sulla pietra dura
batte con forza i panni e canta
perché è triste
anche il cardellino canta in gabbia
che vuol volare
ed io costei piango
Chi laverà il cuore mio malato
dormire dormo dormirò tanto
per non sognare
nulla o nessuno mi obbliga
a far tardi o presto
sono in trappola
accelero le ruote
inseguita da mostri che mi faranno Santa
e poi lì chissà
un’altra avrà le suole bucate
Sonnolenza... mi sveglio
mi stiro e rigiro
in quel letto spinoso col suono del carillon
soffocato dal cuscino coperto
tutto diviene neutrale teatrale appariscente
una prigione dorata
Il cielo dorme
l’anima è vedova gioca a nascondino
dormo col fumo dell’alcool
e la ritrovata armonia
smetterò di pensare
Il chiaro di luna sta illuminando la stanza
ed io mi ritrovo qui stesa ubriaca
ho lasciato cadere la lampada di mano credendo fosse la luna
nell’attesa che mi lasci sognare
ancora
così muta di ogni speranza...
e il carillon suona ancora quel dolce mormorio |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Riflessione di una donna al termine di una vita vissuta» |
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