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L'Oracolo degli Angeli ribelli discorre e di sangue si macchia,
come una corda tesa di cetra e come le budella sventrate d'un agnello
sibila la Vita umana nel vento furioso,
e il fuoco viene e impetuosamente corrode le fauci
delle tigri assetate e dei leoni.
La terra è desolata, nuda e cadaverica,
come un deserto eterno è il nostro cuore,
con la vergogna delle domande,
l'assenza orribile dei responsi,
eternamente bendate le nostre mandrie vanno,
e brulicano il sangue tra l'erbe della steppa.
Più non si tende l'orecchio all'ascolto dell'aria mite,
come la gola nell'arsura d'un malore nel Sole estivo,
il nostro cuore si prosciuga,
i nostri occhi sono ciechi e illagrimati e tremano,
e perfino i soavi incensi, le pietre figlie dell'Oriente
emano all'etere opaco l'amaro profumo dei cadaveri.
Abbiamo ammirato i sacri altari venir rovesciati dalle Orde,
nell'esilio della nostra Vita il mercante bugiardo
ha sostituito i nostri vessilli con le sue sete e i suoi denari,
e le sacre pese della Giustizia,
seminando l'Odio come il malto vien seminato nei solchi del campo,
hanno ponderato il peso dell'oro e dell'argento e delle menzogne,
hanno scrutato nell'Umanità oppressa
non la santità e la purezza delle Anime,
non il dolce anelito ai Cieli dei Cherubini,
ma la ricchezza e la povertà delle pietre che hanno posto sui loro piatti.
La nostra pietà è stata scagliata nel fango,
come si trascinano nell'immondo porcile i verri sgozzati,
come i teschi schiacciati e distrutti dai sandali dei guerrieri
i perfidi hanno distrutto la nostra Fede,
e i nostri Templi sono diventati le dimore dei Demòni,
i tabernacoli si dischiudono come porte infernali
alle menzogne dei Popoli,
all'ipocrisia del Giudeo che nel rigore vuol seguire la Legge.
All'orizzonte annebbiato nel sangue che dagli innocenti cola,
dove fiammeggiano i pali sui quali pendono i Martiri,
come le brume che avvolgono le più alte vette di questo insano mondo
s'ergono tempestosi e fulminei
i fumi della guerra e dei campi devastati e degli incendi,
le lagnanze delle madri che prostrate nella polvere
osservano come i malvagi sgozzino i loro fanciulli,
e tutto è vano davanti a quest'eccesso di empietà.
Ma Tu, Signore, Spirito vivente dell'Amore e Re d'Abramo
e della sua e della nostra discendenza,
Immolato Agnello nell'Olocausto degli incensi e degli aromi,
prendi in braccio il tuo Popolo,
come una madre che allatta il proprio bambino,
e vestilo di baci,
medicagli i tormenti con i balsami degli Angeli,
come una sposa che si fa bella per piacere allo sposo nel giorno delle nozze;
e disperdi le Orde dei guerrieri che adorano Belo e i mendaci Dei,
le schiere di coloro che nell'Odio hanno frainteso le tue parole;
e se nel cuore di costoro giace
una piccola impronta dell'Umanità che li ha allevati,
allora, oh Signore della Vittoria, oh Signore della Vita,
sii misericordioso anche verso le loro lagrime,
davanti al loro sbagliare che ha mietuto vittime
come la falce il grano.
Oh Dio dei nostri Padri, oh Dio vivente,
a noi rivolgiamo i nostri palmi che soffrono...
tendi alfine l'orecchio al nostro dolore,
come prima ci chiedesti di tendere il nostro udito verso di Te.
Abbraccia questo Popolo impuro
di assassini, di ladri e di meretrici che nella disperazione
hanno deciso di combattere il dolore
o con l'assassinio, o con il furto, o con l'inganno e nell'impurità,
perché fuori è grande il potere di Satana
mentre nel nostro cuore è presente l'immagine del tuo Volto!...
Oh Signore, questo salmo come un incenso vola
ai piedi in oro e in marmo del tuo trono...
noi speriamo in Te! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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