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Come piuma di gabbiano dipinge la musica
la Voce che ha cantato il sogno
di un’estate al mare.
Ha la freschezza delle sorgenti limpide,
t’investe come una cascata,
ti sferza come il getto inebriante
delle acque gelide dell’Alcantara
sgorgate tra le vene bollenti di Sicilia.
Troppo alta,
troppo pura per contaminarsi
nel mare fatuo di quel mondo opaco
che brilla solo alle luci della ribalta;
ella non è piume di struzzo
né insulso pappagallo o dolce canarino.
Ella è ala di gabbiano che si libra
nel cielo terso della melodia
e col suo acuto tocca altezze inarrivabili.
Vola la Voce e modula ogni nota,
con levità di dita arpeggia le armonie,
pennella le nuances inesprimibili
e fa vibrar dell’anima le corde più sopite.
Penetra quella Voce, come non altre,
fin sotto la mia pelle a darmi i brividi
e percezione di assoluto scuote le midolla
al suono della musica che le cantava dentro,
che dentro mi risuona.
Vibrante, è adrenalina pura,
è goccia di limone su una tagliente lama.
E come poche, forse come nessuna,
canta l’amore, canta la libertà,
canta il dolore di chi ha provato il male
e, in fondo al male, ricerca la salita
per ritrovar la luce e, con la luce,
il senso più profondo della vita.
in un anelito di Verità, dono di grazia.
Divenne puro anche l’amore da celare,
mutato in fiore e offerto col suo canto,
come preghiera al cielo nella sera.
Tutta la vita sua
fu un canto alla bellezza
e di bellezza adornò anche la morte,
dipinse fiori sulla pelle del dolore,
così che trasfigurò
l’orrore in buona sorte.
Resti immortale e unica, o Voce stupenda,
che ti congedi da questo ingrato mondo
coi versi che son specchio della tua passione:
“Morirò per te. Morirò d’Amore”. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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