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L’ULTIMO SOGNO
C'era una casa abbandonata
sulla luna o su marte
le stelle cadevano
e facevano male
Strani lupi con ali d'acciaio
ferivano l'aria irrespirabile
Aldilà di certi muri, grida conosciute
bottiglie di plastica vuota
galleggiavano in un mare
stranamente dissetante e quieto
e molti bimbi dormivano contenti
di sognare
Sospeso tra il nulla
e le domande di sempre
vedevo la mia anima sfiorata
da uno specchio che mi parlava
scriveva le frasi perfette
di una poesia non ancora recitata
in questo viaggio che non credevo
nemmeno fosse iniziato
E i fiori, i sorrisi banchettavano
sapendo che questo progetto di felicità
fosse vero e costruibile
come se tutte le illusioni
avessero deciso d'essere vere e vive
come se avessero deciso di ferire
quella paura che ti sta accanto
senza mai mollare la presa
stringendo la gola e il petto
rompendo vetri e amore
Poteva essere quel ghigno
di un male conosciuto
che non smette di rincorrere la luna
poteva essere il volo finito
di una farfalla che cerca
il suo fiore prima di sfiorire
potevo essere tante cose
e quelle cose essere giuste
Una volta tanto m'incontravo
e vivevo sapendo d'aver
sussurrato due parole alla morte
o a quella follia che ogni anima beve
senza accorgersi di niente
se non del sudore notturno
con le sue carezze che si fanno brividi
negli specchi rotti delle immagini
che frequentano un deserto abitato
dai fantasmi che m'inseguono
E cado
E vivo
E ritorno
E corro
Sono lontano dalla sorgente
della vita e del mare
sono solo qui in questo specchio
che il tempo sta rompendo
e non ho che un silenzio
un altro desiderio
e un altro volo
non ho altro che paura e nero
fuga e uno strano amore
per tutto questo. | 
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