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Tutto era buio in quella casa d’inverno,
soltanto il fuoco sibilava nel silenzio;
e dal camino s’espandeva un calore eterno,
mentre immobile affogavo nel verde mare dell’assenzio.
Rossa fiamma, come rossi capelli, nell’aria saliva,
divampava verso l’alto tremando di passione,
gemeva nel godimento d’esser fiamma viva
bruciando per istinto e non per ragione.
Ballerina danzante ai miei occhi appariva,
vestita del rosso color dell’amore
ed uno sguardo ardente dal suo velo traspariva
perfetto, come fosse l’opera d’un pittore.
Rosee pesche più che guance sul viso aveva,
e labbra colorate di rosso velluto;
verso il mio viso i suoi occhi rivolgeva,
i più dolci che in vita mia avessi mai veduto.
Fu in quell’istante che chiesi a me stesso
come a tanta bellezza si potesse arrivare,
mentre tra le ombre il suo luminoso riflesso
tremava come una barca tra le onde del mare.
Barcollante mi chinai verso il suo viso,
come chi spirito e non carne brama,
e subito alle sue labbra nacque un sorriso
come quello di chi per prima volta Ama.
Rimasi in silenzio ancor d’assenzio inebriato,
mentre l’ardente Dea sol per me danzava
e dolcemente dai suoi sguardi venni cullato,
mentre fuori la luna lentamente calava.
Fu la luce dell’alba del primo mattino
che illuminò il mio volto ormai vinto dal sonno;
ed i raggi giunsero fin dentro il camino,
mostrando le ceneri di quel legno d’autunno.
I miei occhi si aprirono tra i canti degli uccelli
e subito il suo pensiero travolse la mia mente;
rividi le sue labbra, i suoi occhi, i suoi capelli...
mentre osservavo quelle ceneri grigie e ormai spente.
Confusa la mente e confuso il cuore
ricordai soltanto quel dolce amore condiviso,
e con la consapevolezza di chi dentro muore,
seppi che mai più avrei visto il suo viso. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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