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«Beato chi non ha mai dubbi! Io, soprattutto quando mi esprimo piuttosto negativamente su una persona, ne ho sempre, in particolare se quella persona è, o è stata, famosa e venerata. Ho quindi sentito il bisogno di andare a rileggere ciò che il professore bolognese Mario Pazzaglia (scomparso, mi risulta, ultranovantenne, solo pochi giorni fa) scriveva nella sua bellissima antologia che io usai con grande soddisfazione, da alunno, alla scuola superiore. Si può agevolmente constatare che, anche se con molta accortezza e diplomazia, già cinquant’anni fa il professore esprimeva su Quasimodo un giudizio non troppo lusinghiero: "Nonostante il conseguimento del premio Nobel per la letteratura (1959), l’opera di Salvatore Quasimodo (...) ci appare meno importante e originale di quella di Ungaretti e di Montale, anche se raggiunge, a tratti, una propria autenticità e novità d’espressione. E’ comunque interessante seguire la sua parabola creativa, in quanto essa riflette la storia della nostra poesia contemporanea, dall’Ermetismo all’esigenza d’un ritrovato colloquio con gli uomini, che rimane tuttavia per ora più un’aspirazione che un sicuro possesso " ("Antologia della Letteratura Italiana", volume terzo, ed. Zanichelli, 1968, pag. 1021) .» |
Inserita il 24/09/2017 |
"Ed è subito sera"
talvolta per poeti che premiati
furono forse frettolosamente
da giudici pomposi che alleati
non avevano in mezzo a tanta gente.
"Ed è subito sera", se complessa
risulta molta loro produzione,
se a quello che hanno scritto s’interessa
esigua parte di popolazione.
"Ed è subito sera" quando il verso
ricalca esempi ormai troppo lontani
da ciò che di moderno ha l’universo,
quando parla di miti alquanto arcani.
"Ed è subito sera": buonanotte,
poeti dalla fama troppo lieve;
riposate sereni nella notte
lunga che segue a giorno tanto breve! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«"Le statue di sale" è il titolo di un libro del 1965 del professor Enzo Giudici, francesista, sulla figura di Anatole France (per "statue di sale" Giudici intendeva quegli artisti la cui fama, grandissima in vita, si disfa subito dopo la loro morte; e il romanziere France, premio Nobel nel 1921, quasi idolatrato dal Proust giovane, fu poi da lui ampiamente oscurato) . In questa poesia ogni riferimento (col dovuto rispetto!) a Salvatore Quasimodo (premio Nobel nel 1959) non è puramente casuale...» |
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