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E fuori era notte... poi il gallo cantò...!
Ecco, il tuo Volto non ha più umana parvenza,
è intriso di sputi, di sangue e di sudore,
gli occhi son bracia di lacrime arse
asciutte sorgenti per il tuo gran dolore.
Sei orrendo ritratto di ogni prepotenza
che abusa sul giusto di ieri, di oggi e di sempre.
Ti stremano quelle crudeltà, ma mansueto resisti,
non emetti lamento, non richiedi vendetta,
t’han scuoiato dalla pelle, t’han spogliato delle vesti.
Vittima innocente sei salito sulla croce,
hai preso su di Te la debolezza
di chi non ha più dignità, non ha più voce.
Sono arrivati al culmine di ogni bestialità,
t’hanno inchiodato al palo come un pezzo di legno
mistura di fiele e aceto t’hanno dato per bevanda.
Ma la tua sete inestinguibile era sete d’amore
e non può essere saziata per le infinite atrocità
che l’uomo d’ogni tempo mette ancora a segno.
...Et elevatus est ...!
La croce è conficcata nella nuda terra,
si eleva qual vessillo dell’Amore rifiutato
che tutti a sé attirerà per la sua triste sorte.
Di lancia ti hanno trafitto il cuore ed il costato:
non c’è riguardo alcuno nella profanazione
del misero corpo di un condannato a morte.
Si scuote la natura e irata si ribella
all'empietà che mente per se stessa;
dalle profonde viscere la terra ora ribolle,
le tenebre l’avvolgono nel pieno del meriggio;
e mentre il cielo piange le lacrime di Dio
di porpora si tinge la luna di Nisan.
Grida ai tuoi piedi il silenzio di tua madre,
un urlo silenzioso da squarciare i cieli,
è il grido inconsolabile di ogni donna
a cui l’iniquità strappa la sua creatura.
Immobile lei sta finché Tu non sarai deposto:
ti accoglie nel suo grembo, poi nella terra dura.
...Ed è ancora notte...! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca. (Is 53, 7)» |
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