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Ma picchì Vicinzina?
Picchì non veni cu m'mia?
Tu u'sai quand'avi ca t'aspettu,
scinni! Scinni ca s'sutta!,
A'ccura non ti fari viriri.
U'sai ca ti vogghiu beni
e ti pensu sempri,
si a chiù bedda du Paisi
e staiu niscennu pazzu pi t'tia.
Comu ci u'dicu a to Patri?
Iddu a genti a'voli chi picciuli,
n'povuru Cristu sugnu
ca travagghiu pi quattru liri.
Vicinzina! Aspetta non ti ni iri,
non mi lassari! Ascuta u'to cori,
no... lassulu stari a to Patri,
no viri ca staiu chiangennu pi'ttia.
U'sacciu ca iddu non voli
picchì si sbagghi... fora ti jetta
e pigghia macari a scupetta.
Chi vita amara cai a'passari
l'occhi mia orbi sunu senza i'tia
Vicinzina! Vicinzina!
No!... Non mi lassari!
VINCENZINA
Perché Vincenzina?
Perché non vieni con me?
E' da molto tempo che t'aspetto
Scendi! Scendi qui sotto!
Attenta non farti vedere.
Lo sai che ti voglio bene
e ti penso sempre,
sei la più bella del paese
e sto perdendo la testa per te.
Come dirlo a tuo padre?
Lui la gente la vuole coi soldi,
sono un povero Cristo
e lavoro per quattro lire.
Vincenzina! Aspetta non te ne andare,
non mi lasciare! Ascolta il tuo cuore,
no... lascia stare tuo padre,
non vedi che piango per te.
Lo so che Lui non vuole
e se sbagli... ti butta fuori
e prende anche il fucile.
E' amara la vita che debbo vivere
e i miei occhi sono ciechi senza di te
Vincenzina! Vincenzina!
No!... Non mi lasciare! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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