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 Lo pescator pescava,
su pè la scogliera
ma quando venì la sera
lenza ancor menava ...
Con la canna in mano
sotto l’affascinante luna
anco il filo tirò lontano
sperando ne la fortuna .
Ma senza pena alcuna
pè la giornata nera
ma d’un atto attristito s’era .
E fu què la strana aria
o què lo vento leggero
a far nascere la nostalgia
et a trascinarlo ad un pensero .
Poi si riporta cò mente a zero
continuando la sua opera
et lenza lontan gettava
mentre ancor luna mirava .
Poi si rinnova di posizione
girandosi in senso de le rade
e su l’altro faraglione
intravide una strana naiade .
Cò menti egli a lei evade
e mentre la scrutava
a qualcosa di stran badava .
E’ una sirena ciò che vedeva
et gli parea assai bella et pura
e pur se hai miti lui non credeva
saper voleva di què la creatura .
Poi qualcosa gli donò paura
un mareggio cò forte aera
lo facea cader da la scogliera .
In acqua a rilento calava
e nuotar non era in grado
ed per un secondo svenne
ne lo penso de lo fati ladro.
Ma qualcun a lui vita salvava
che da l’annego lo trattenne
e quando lui rinvenne
si ritrovò su la gialla arena
accanto a la bella sirena
che sorriso gli donava.
Or lui stupito assai guardava
e lei sorriso a lui ridava
ma egli si domandava
se ella fosse vera .
Parlarono per ore ed ore
cò il tempo così fluiva
e poi lo pescatore
labbra d’ella lambiva .
La sirena non capiva
què che ne lo cuor suo affiorava
e che gioia a lei tanto portava .
Et da quella sera
la sirena e il pescatore
si trovano su què la scogliera
ne la loro baia d’amore . | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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