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Piagne ‘l gelar del ciel che si tormenta,
e niveo è ‘l nuvolo, e ‘l giorno fia breve,
e l’alma mia - che ‘l mira - si spaventa;
e un infinito mar di fredda neve
or va a gridar e di pioggia cristallina,
e i monti copre, e le selve e una pieve.
Di fior gli ossami e la steppa ferina,
e delle querce gli scheletri a’i rami
gelano; e tu, o bianchezza femminina,
voli a straziare ‘l mio cor, e ond’io t’ami,
sempre mi mostri una pia maraviglia,
e tal è ‘l sen tuo bianco, e i tuoi ricami...
e questa steppa che vienmi alle ciglia
e che di te cotanto si maggiora,
e dolce e cheta nell’alma m’origlia.
Allor ve’ ch’ivi, fanciulla, dimora
del senso un palpito e del desio un verno,
e che l’Amor inatteso m’è ancora,
e che ‘l ruscello, o ‘l bosco, o ‘l rio m’è ischerno,
e tu medesma mi copri di ghiaccio,
e vêr l’incognito m’apri l’Inferno.
Ah! non credea - e ‘l dico mentre mi giaccio -
che nevicasse perfin nel mio core,
e queste nevi mi son bieco laccio,
e piango teco e in sul tuo ansio candore,
e i vitrei fiocchi di te sì cadente
cadon, e còpronmi forse d’Amore;
e adesso ascolto ‘l fischiar del furente
vento gli spasimi, ed urlo con loro,
e l’ore oscure mi trascorron lente...
e all’orizzonte - ricoperta d’oro -
mi sovvien santa la guglia d’un duomo,
e pel Natal canta un’Ave che adoro,
e son perduto, e son miserrimo uomo,
e scorgo i ghiacci in su’i bei ruscelletti,
e l’aër d’acque ne ghiaccia l’atòmo.
Così nel sogno io ripien di diletti,
o giovinetta, vò e pattino teco,
e l’aura fresca d’Amor ne fia i detti.
Oh steppa! Oh donna! Oh rea neve dal bieco
guardo! Oh reo verno! Cristalli in tormento
siete, e beltà vostra mi rende cieco,
e pel calar della bufera e ‘l lento
venir di Notte, io ammiro i bei licheni,
e in lor fierezza mi pasco sgomento,
e Luna e gli astri che brillan sereni
di lei rammentami, e ‘l suo sì bel crine,
e ‘l labbro e ‘l collo e i pùdici e bei seni,
e in questo verno tal sogno n’ha fine,
e nelle nevi l’Amor n’ha confine. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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