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Dolce, antico sguardo velato,
immaginar non seppi
il tuo pensarmi.
Madre, esserti essenza assente,
vorrei ora,
sì ora che il tuo non vivermi
mi colma,
oggi più di ieri.
Reciproche comprensioni,
m'abbisognano,
m'è vuoto il respiro,
ora che non puoi,
poiché la tua mente.
vaga in mete smarrite,
di un nulla per me
oramai muto.
Vorrei conoscerti
ora,
sapere di te,
cosa celavi
nel dolore
d'occultate lagrime,
leggerti, ritrovandomi
dentro il tuo sguardo.
Amo immaginare
che avevi da dirmi
grandi, minute cose,
ancora vorrei il calore
delle tue braccia,
come una bimba,
rendimi i tuoi cari
baci.
La tenerezza delle tue mani
sul mio capo
come salvifica acqua,
cascata di pura fonte.
Oggi che trema quella tua mano,
oggi che ti è fatica
il quotidiano,
oggi che scivola il tuo cucchiaio.
Mi manca la tua parola
Mamma.
Troppo tardi apprezzai
il tuo silenzioso amarmi,
è solo amaro fiele
oramai il ricordo nell'anima,
ma ti ho in me,
perduta nel cuore.
Mai più confiderò a te
le mie pene,
parlerei ad un fantasma.
Oggi piango la tua voce
che m'arriva
in balbettio.
No t'avrò più ormai.
è muta tristezza,
è sgomento,
quel tuo sguardo,
forse senti tuo il mio bisogno.
Vorresti dirmi, eppur...!
Ma sei muta ed io oggi vorrei
capire che sei.
Inutile rimembrare passato,
il mio cuore ti cerca,
ancor più t'ama
ora che sa
che il silenzio di ieri
non era non amore ma amore a te negato.
Madre, ci provasti, e ciò è!
Mamma siamo noi le nostre anime abbracciate. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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