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Io sogno. Un delirio è forse! Un bieco
sepolcro di cerula illusione,
e il battito del tempo che fugge a ritroso
nell’immenso mar del passato
mi uccide strangolandomi le vene;
e allor le misere arterie
ne soffrono...
soffron per così tanto e ingiustificato silenzio,
quando notturno, nascosto tra le fronde,
il canto di me trovatore
s’ergeva ad amare il marmoreo sembiante
del veron lontano...
Invano!
perché taceva,
e solo in me preferiva cantare
la dolce nenia d’un dolce incubo confuso
col terribile sogno d’un inganno.
Sparve la Notte, vergine d’una vedova
commista alle fosche sembianze
della foresta dei lupi;
ed or che scorgo il Sole al di là delle nuvole
e dopo un’alba d’insonne dolore,
sento una voce,
ed essa mi dice che questa stella diurna
dal raggio immortale e fecondo,
stanca e avvelenata
dall’amaro fiele di farmaci molesti
che le somministrano le polveri misericordiose
delle nebulose malvagie,
vuol dare un senso, e dopo il senso
un valore... un prezzo alla sua folle vita,
ché l’immenso Universo
l’addita inquisitore di menzogne e di calunnie,
come se ognun dei suoi immensi e invisibili strali
dicesse: «Son pazzo! Son pazzo!
A tal punto che nemmeno una stella
si ferma a contemplarmi».
Ma io alzo lo sguardo a questo vecchio, e antico
e ben giovane Sole,
e dico:
«Acquietati! E non ricercar quel che non vive!
Guardati attorno, e giubila!
Il senso che tu cerchi
sta nel Tutto che ti circonda,
il tuo valore nell’Infinito,
il tuo prezzo nell’Immortalità di Dio!
Ti dici folle! Ti dicono pazzo!
Eppur questa tua follia superna
è il palpito del tuo cuore che erutta il fuoco della Vita,
la gravità invisibile che a te m’avvince
come zucchero caramellato
nel gelo sempiterno dell’Universo;
ed i pianeti, e le stelle, e le nebulose malefiche
danzano d’intorno a te, e s’inchinano.
Ma tu discaccia i medici degli Angeli ribelli
che vendono a te e al tuo labbro
l’assenzio di mille veleni per farmaci di salute;
discacciali, e bevi
dalle fonti del Paradiso e della Natura
le gocciole di pioggia, e di etere e di oro
della divina camomilla,
e il sangue degli ultimi martiri -
gli angusti e scellerati miei sospiri d’angoscia -
l’Amore...
È eterno l’Amor!
È eterno l’Amor!
Ascolta allora, oh Sole,
questo ricordo d’un tempo trascorso
nelle tenebre del silenzio,
quando t’amavo e tacqui,
e tacendo spirai, nel sangue mio e della Verità;
e se è vero che amare quanti
in un giardino appena fiorito appartengono
ad altri universi e ad altri amanti
rende adulterino il cuore palpitante del sventurato
che brama quel fiore,
se tu disprezzi te stesso,
se impazzisci davanti allo specchio
che nasconde la tua vera natura, l’indole tua,
e t’avvolge in un mar d’illusione,
se tu parli di menzogne e d’indecenti calunnie d’uomini,
e piangi sotto le formide ali
delle illusioni e delle mendaci amicizie,
se ti copri di falsi sentimenti,
e di nebbiose effusioni insincere,
se tu ti sforzi a esser te stesso
e fallisci perché nessuno ti apprezza e ti ama
e perché l’Odio ha segnato fin da principio la tua Vita,
se credi che colui che ti ama
ti sia indifferente,
se ruggi per l’etere immenso dei cieli terreni
e chiedi silenzioso e nascosto una preghiera e un aiuto,
se tu sei quella piccola fiamma
che ha destinato a grandi ed eccelse mete
la povera Vita di un Poeta qualsiasi,
allora sappilo:
finissi pur nell’abisso,
mi chiamino adultero le infinite generazioni,
mi copra l’Inferno,
io t’amo...
piccola fiamma io t’amo;
e se una Luna t’eclissa la Vita,
e se un malvagio manipolo di Dei pagani
distrugge la tua Anima,
dimmelo,
ed io combatterò per te i Titani e gli Dei,
e farò in modo che la tua luce s’espanda,
e finalmente si posi dovunque,
sopra il tappeto del nettare versato col sangue
dall’Olimpo sconfitto,
e del fegato infinitamente divorato di Prometeo,
e sull’ambrosia che Giove e Giunone
han fatto cader dalla coppa di Bacco
prima di chiudere gli occhi mendacemente immortali
dinnanzi al regno della morte eterna.
È santo l’Amor!
È santo l’Amor!». |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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