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Amata patria, mi dispiace lasciarti,
Culla di tante antiche generazioni,
Sento il grido, i miei fratelli,
E il pianto di genitori disperati.
Nel suo seno, amata patria comme vorrei,
Finire i giorni miei.
Scrivere la mia semplice storia,
Vivere semplicemente, senza lusso o gloria.
In mezzo a tutte queste lune calanti,
La speranza se ha smorzato senza penalità avere.
Non c’è lavoro nei domani incerti,
Perplessi, noi vediamo agonizzare l’avvenire.
D’America sento il grido distante
Lavoro, terra da coltivare, vita meritevole!
Non voglio lasciarti patria amata,
Cambiare il corso di questa camminata!
Amata terra perché non sente
Di questo suo figlio, il grido di dolore,
Mi fa visita, l’angoscia di separazione,
Quando l’America offre protezione
Dov’è il lavoro, patria amata?
L’opportunità per qui restare,
Il minimo per con dignità vivere,
La luce di una nuova alba
Vedo mio padre lavorare sulle viti,
Raccolta certa in mezzo alla sciocchezza,
Frutto sacro per il vino offrirci,
Quale stasera bevo l’ultima tazza.
Oh nonna mia, un buona pasta preparerai,
Voglio vederti per fare il pane, macinare il grano.
Nonno, dimme che io tornerò un giorno,
Che alla porta m’aspetterai.
Non volevo lasciarti paese amato,
L’anima mia versa abbondanti lacrime,
Soffoco il pianto fino all’ultimo momento,
Cari genitori, forse non potrei mai vi vedere.
L’America ci chiama, siamo in tanti,
Amata terra, a lasciarti in lacrime.
Delle navi sento nell’alba i fischi,
De partenza, sinonimi amari de preghiere.
Al Porto di Genova siamo tanti,
In cerca do lavoro e di speranza,
Fede assoluta nella sognata America,
Che t’aspetta dalle braccia aperte.
La mia anima vestita di sudari,
L’ultimo saluto nella banchina accenna,
Dissangua prima del pianto dei miei genitori,
Addio amata terra, la mia bella Italia. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Con la creatività che la scrittura mi permette di immaginare che forse uno dei miei antecessori, o forse uno dei suoi compagni di viaggio, tutti passeggeri dela Nave Lavarello hanno scritto (tra le lacrime) questa poesia chi rittrata
la partenza amara da Italia in Brasile nel 1888, poco prima dell’imbarco sul
porto di Genova verso l’Ostello San Paolo.» |
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