E’ un autunno da sfogliare questo.
Riarso.
Su una spiaggia di colori abbandonati
note soffuse calanti
fra ricordi mai nati.
Raggiano il loro verde
le ultime, piccole foglie
del fico smarrito
confuso
dal gioco perverso del sole.
Vagano indolenti
i miei pensieri
come gli occhi dei bimbi
assonnati
fra le stanze del giorno.
Placata, arresa
fragilmente umana
accolgo nei miei sensi
frantumi argentei di mare
e me ne faccio velo.
Lontano, da qualche parte
su un orizzonte che non odo
ci sarà il senso
del sorriso e del pianto.