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A primavera sbocciano le rose,
milioni di miliardi di esemplari,
son profumate, son meravigliose,
son fiori veramente straordinari!
Però c’è un fiore molto più stupendo,
la sua essenza inebria l’universo,
nell’ammirarlo, è come se mi accendo,
nel suo profumo io mi sento immerso.
Radioso, la sua splendida bellezza,
mi affascina, mi illude, mi seduce,
è il fiore della bella giovinezza
che brilla sempre, pure in controluce.
Si chiama “Gioventù” e sboccia intorno
ai quindici anni, pieno di allegria,
si muove lieto, giorno dopo giorno,
con vari amori e tanta fantasia.
In seguito ci pone dei doveri,
le crisi quotidiane sul lavoro,
il grande amore, i vari desideri,
sperando in una vita di decoro.
I sogni, le speranze, i cambiamenti,
il tutto in un percorso di vent’anni,
e, poi, ci sono nuovi avvenimenti
che spingono la vita ... negli affanni.
La corsa del futuro è là, in salita,
si va sulla collina del compenso,
ch’è al centro del percorso della vita
e già si guarda indietro con dissenso.
Finché ci appare l’ultima montagna
ch’è quella della prossima vecchiaia,
in cui si sale piano, ci si lagna
e ci si adagia a lungo sulla sdraia.
Però alle nostre spalle c’è quel fiore
chiamato “Gioventù” che ci ha lasciato,
ci ha dato forza, fantasia e ardore
e in tant’anni, a fianco, ci ha guidato.
Ma ora ci sentiamo vecchi e stanchi,
con gli arti che già accusano dolori,
con i capelli grigi, oppure bianchi,
ed i nipoti, ... nostri successori.
La gioventù è l’arco della vita,
più bello, spensierato e fantasioso,
è tutta una discesa che ci invita
a vivere in un modo avventuroso! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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