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Maggio si chiur 'ca pioggia,
allintrasatte, me vene nu suspire,
rimanghe dietro 'o vetro
'e na' malincunia me parla.
Me ne vago, lascio o posto 'a giugno,
o grano è fantasia,
me port 'aret 'a pioggia
pe' lava' i penzieri tuoi,
songhe chiene 'e speranza,
ma nu vola, vattenne 'a ccà!
'Na primavera appassita da pioggia,
lascia 'o posto all'estate che verrà,
San Luigi m'ha ditte che farà caur
pò 'nu poche 'e pioggia, l'addà pur ffà.
E te, che me guardi lassù,
me ddice che tiempo farà...
lascio 'e juorn 'a passa'
nisciune che ce sta'.
'A scola 'nu teatro,
e tu, puortame ccù ttè... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Maggio si chiude con la pioggia all'improvviso, mi viene un sospiro,
resto dietro il vetro
e mi parla una malinconia.
Me ne vado, lascio il posto a giugno il grano è fantasia
mi porto dietro la pioggia per lavare i tuoi pensieri,
sono pieni di speranza
ma non vola, vattene da qui.
Una primavera appassita dalla pioggia lascia il posto all'estate che verrà,
San Luigi mi ha detto che farà caldo
poi un po' di pioggia la deve pure fare.
E te, che mi guardi lassù,
mi dici che tempo farà...
lascio i giorni passare,
nessuno c'è.
La scuola un teatro
e tu, portami con te...» |
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