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«Come precisai in nota, questa poesia non è altro che la versione dall’originale francese che nel 2009 inserii in un sito d’Oltralpe e che qui riporto, per i lettori più curiosi: "C’était une poupée / déposée par les dieux / peut- etre par hasard / au coin du boulevard. // Ma promenade était / par elle bouleversée / et je la questionnais / en regardant son fard. // ‘J’attends quelqu’un’furent / les mots vifs qui eurent / pour moi tout le pouvoir / d’aider mon désespoir. " Si può agevolmente notare che l’originale francese è costituito da tre quartine di versi senari con rime alternate, mentre la versione italiana è sostanzialmente in endecasillabi non rimati, perché era impossibile ripetere nella nostra lingua la struttura che mi era venuta spontanea in francese senza alterare il significato del lavoro (che ha comunque subito delle piccole variazioni) . E’ la stessa poesia, o sono due poesie diverse? Io opto per la seconda ipotesi, come per ogni poesia tradotta da una lingua all’altra (e posso assicurare le amiche poetesse e gli amici poeti che è una bella e formativa esperienza quella di tradurre se stessi!)» |
Inserita il 17/11/2017 |
Era una bambola
depositata
da qualche dio in fondo al boulevard
la ragazzina che sconvolse presto
la mia tranquilla e gaia promenade.
Mi sembrò d’improvviso realizzarsi
il più bel sogno della gioventù.
Io le dissi qualcosa e lei "J’attends
quelqu’un" mi diede per tutta risposta. |
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Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
«Avevo vent’anni, in quella Parigi del 1971 ...
La versione francese di questa poesia, con il titolo "La poupée", è presente da circa quattro anni in un sito transalpino.
"J’attends quelqu’un" significa "Aspetto qualcuno" .» |
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