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| Che diventi puro spirito di terra
oh essere immondo
ti scortico le opprimenti certezze
martellando le tue debolezze.
Tu, guardi le ombre sulla caverna
ammirando coloro che serrano il tuo giogo
e ti straziano con queste fugaci immagini;
tu, ami cantare i peana ai tuoi succhia- anima
che spregiano il corpo
perché spregiano il loro.
Questi sinistri benefattori
si innalzano su scranni dorati
per renderti piccolo e timorato,
ammantano i loro discorsi
di un amore forse mai provato
impartendoti direttive... per il tuo bene;
però se li guardi negli occhi
vedi quel vuoto, quella finzione
ti danno un lontano ideale
e con subdola ambizione
ti incitano ad allontanarti da te
e tu con folle riconoscenza
indebolito ti prostri in cieche genuflessioni
e baci i loro piedi intriso di gratitudine.
Però la paura ti pervade
si propaga nel tuo corpo crocifisso
mentre someggi sulle spalle la tua tenebra
e così implodi nella tua ombra;
e poi, cammini
solo
con spalle dolenti e occhi splendenti,
sono luccicanti di lacrime
e solcano il tuo viso
scavandoti i tuoi dolori
che conieranno come moneta a fuoco
un leggio di sofferenze.
Amico, compagno, fratello,
vorresti che qualcuno portasse il tuo fardello
ma sei un uomo e ti rispetto
ti lascio solo con le tue pene
questo è per il tuo bene
ti prego, adesso ascolta
guardati finalmente nello specchio
e ruggisci la tua rabbia al cuore
che ti vuole sano, senza timore...
guarda compagno,
guarda quel sole che dardeggia nel cielo
osserva come si muove gaudente
nella volta del voluttuoso cielo:
che inizi la tua gioiosa danza. |
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«Leggendo "Così parlò Zarathustra"...» |
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