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Ma che jurnata è asciuta stammatina!
‘A veco a dint’’a senga da’ persiana
da ‘ncopp’o lietto sott’a coperta e lana:
nu sole giallo int’a nu cielo azzurro
e n’aria accussi fresca e sopraffina
ca trase dint’a stanza chianu chianu.
E' dummeneca, nun s’adda faticà!
co' tiempo accussì ne che putesse fa?
M'aizo, e me ne vaco a Margellina
a vedè quann’arrivano e paranze
e appriess' po', a Pusilleco, cchiù ‘nnanz’
a respirà chell’aria ‘mbarsamata
che profuma de rosa e mare ‘nzieme.
Ma sent’ fridd’ e so gelate e piede:
cu nu fridd’ accussì, ne m’addò vaco?
Cu chistu friddo? Fosse fesso overo!
E me cunzola sulo ‘stu pensiero:
sott’a cuperta e ‘a capa int’o cuscino,
me pozzo sta accussì fino a stasera!
Ma che giornata è uscita stamattina
lo vedo dalla fessura della persiana
dal letto sotto la coperta di lana:
un sole giallo in un cielo azzurro
ed un aria così fresca e fine
che entra nella stanza piano piano.
E' domenica non si deve lavorare!
Col tempo così che potrei fare?
Mi alzo, e me nevado a Mergellina
a vedere quando arrivano le paranze
e apresso, dopo, a Posillipo, più avanti
a respirare quell’aria balsamica
che profuma di rose e mare insieme.
...Ma sento freddo, e son gelati i piedi
con un freddo così ma dove vado!
Con questo freddo? Sarei sciocco davvero!
E mi consola solo questo pensiero:
sotto la coperta con la testa nel cuscino,
posso starmene così fino a stasera!! | |
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