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| Mentre brillava er vespero vermijo,
quell'ore che se sta' a riponne er sole,
disse 'a madre ar fijo piccolino:
Sta' attenta a nun te fa' leva' er carzone;
che ad ogni svorta, poi trova' quarcuno
che sta a aspettà co' na' pistola 'mano;
zompatte addosso e rapina' è tutt'uno;
forze 'o poi evita' si stai 'n campana!
La porta tua mai nun la oprì a nisuno,
specie quanno a bussa' so' belle gnocche,
da retta a me: so' solo fregature,
pe' fottete 'n ce dormono la notte.
Sta' accorto alle regazze qui venute,
sì dorci, innamorate e sottomesse,
parono ingenue e poco smaliziate,
ma ponno mira' a vorte all'interesse.
Si poi voi da' 'na botta, nun fa' sbaji,
mettete co' quarcuna senza impegni;
stai bene accorto a nun avecce fiji,
poi quanno se' maturo te la sceji.
Dalli partiti sta' lontano fijo!
che quelli colla scusa della fede,
t'usano pe' sali' 'e gerarchìe,
ed oggi è propio gnocco chi ce crede!
Inzomma, ascorta bene che te dico:
guardate sempre bene innanzi e dietro!
Solo così poi vìve senza danno;
sinnò sti' farabbutti te se fanno! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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