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Caldo come un brivido, come un'estate afosa,
come un fuoco che arde e niente consuma.
Come una febbre arida e senza speranza,
come un dolore cocente e un desiderio che incalza.
Caldo come questo amore che brucia e ci tiene accanto,
in un abbraccio di anime e di sogni che si incantano,
come i progetti, le illusioni, le promesse e i voleri,
le lacrime, i singhiozzi, le lenzuola sfatte e i dispiaceri.
E freddo come un inverno, come un'attesa crudele,
come un vento che trascina, e rovescia le idee.
Freddo come un addio, come un'eredità dispersa,
una casa vuota, una risata spenta,
un pianoforte abbandonato, un libro aperto e chiuso,
un odio che non dorme, un vestito ormai in disuso.
Verranno poi le notti dei rimorsi e dei rimpianti,
dei perché senza risposta, delle domande senza incanti.
Verranno ancora i giorni senza alba e senza memoria,
senza mare e senza sabbia, senza il tempo e senza gloria.
Saranno quelli i giorni delle nasse vuote,
delle vele ripiegate e dei gabbiani senza pose,
degli scogli scivolosi e delle conchiglie sparse,
degli occhi doloranti e delle mani bianche,
dei battiti faticosi, dei lunghi passi stanchi
di viscere contorte e di lascivi amanti.
Alzatevi, donne, è terminato il riposo.
Novelle vergini, cantate allo sposo.
Non c'è un Dio cristiano ad attendervi, stanotte e quelle dopo:
soltanto Eros, e le sue frecce d'oro.
E tornerà la vita su quelle guance spente,
la luce negli occhi e nel cuore dolente,
l'anima riparte e ricomincia il gioco
dell'eterno amore e del respiro affannoso.
E le lenzuola ancora ricorderanno pieghe
che nessun passato potè rendere leggere,
e riprenderanno i baci, i morsi a fior di pelle,
le risate in piazza e complici le stelle,
perché è questo il gioco dell'eterno amore
che ricomincia da se stesso e costruisce sui dolori ... | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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