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| T'amai...
fu un lungo inverno
tedioso e infinito,
e caddero come foglie inaridite
tutte le liete speranze,
morirono i sogni,
gli ideali divennero illusioni
...ma t'amai...
Amai i tuoi sguardi
inabissati in caverne nere,
le tue parole bugiarde
proferite con voce sgraziata,
amai il tuo viso
che ricopriva di maschere ingannatrici
la sua malcelata ambiguità,
amai perfino le tue mani
avide solo di possesso.
Ma t'amai e t'amai e ancora,
mentre attentavi alla mia vita
ne suggevi malvagio
il delicato fiore della giovinezza,
lo depredavi della sua linfa
e della sua rugiada
fino alle infime sue radici.
Il cuore a poco a poco si fermò
il freddo con la sua sfera di ghiaccio
mi avvolse in un gelido sudario
dove si consumava la mia agonia
...presaga di morte ...
era seccato il fiore,
ma non te ne accorgesti...
Poi, all'improvviso il cuore palpitò
-dopo quanto tempo!-
si sciolsero e caddero
come cristalli frantumati
i ghiacci che ne mordevano
le carni
il battito prima lento
poi divenne festoso,
il sangue col suo tepore
riprese possesso
di tutte le sue dimore
la mente si risvegliò
dal suo comatoso letargo
e le membra ibernate
osarono danze gitane,
le labbra e la lingua
cantarono le lodi di Dio,
gli occhi lavarono le loro finestre
con nuove lacrime di gioia
...e allora non t'amai più... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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