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Ti ricordi?
Ti ricordi di quei bianchi,
inverni
gelidi?
Ti ricordi di quando dagli alberi
cadevano delle foglie giallastre?
Di quando piangevi
e fuori, tra i campi di rose
e di melodie rurali, scorrevano
dei torrenti morti?
Di quando ridevi tra i Boulevard di Parigi
perchè, dopotutto, eravamo la coppia più bella
sotto allo splendore della Torre Eiffel.
Di quando avevi freddo
e non avevi abbastanza pensieri
con cui riscaldarti.
E quando, di sera, se ne uscivano spesso i discorsi
più disparati e disperati.
Tanto da disegnarci addosso
delle periferie e delle strisce dei parcheggi coperti.
Delimitazioni d'amore le chiamavi.
Demolizioni d'amore le chiamavo.
Abiteremo in una città completamente da ristrutturare,
con dei grattacieli altissimi,
con i tuoi occhi semplicemente bellissimi.
E con un vento gelido proveniente
dalla stessa camera potrei urlarti che
ti amo da morire,
ma sono ubriaco,
non mi crederesti.
Sulle provinciali deserte,
delle scintille di stelle,
si fermavano pattuglie
per interrogarci sulle nostre
dichiarazioni insoddisfacenti.
Che eravamo in insufficenza cardiaca,
tantochè, dagli ambulatori della città ammalata
se ne uscivano delle poesie
sui giornali d'infermieristica
per curarti dalla tossicità d'amore.
Rispondevamo a fatica, coi nostri monosillabi
sotto l'interrogatorio
di una luna fantasma.
Ti coprirò di pensieri notturni
nonostante fuori ci sia un freddo pazzesco,
non preoccuparti.
E adesso ti ricordi?
Ti ricordi di quei bianchi,
gelidi
inverni?
Questa non è più una Love Story. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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