Nero il manto, del mondo farneticante
Guardo attraverso strappi di luce
quello che sempre ho sperato
e mai nessuno ha veduto
Parole abbandonate in quel giardino
fatte d'indifferenza e gelo
attraversano, sangue e midollo
soffocano il pensiero
Surreali, le riflessioni
per non divenir pazzo
quando acredine vuol colpire
l'inganno in me non regna
e malvagità, non domina la persona
Ora non ho più voglia d'imparare
rimane solo il tempo per dimenticare.
Ho vissuto ogni momento, ogni luogo
e mai son stato uno straniero
Camminano gli anni, sorgono le stelle
mentre continua a gorgogliare
di questa putrida terra, l'intestino
Muco e fango, rallentano i nostri passi
Io non mi fermo