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«Ho scritto diverse poesie piuttosto critiche su vari aspetti della città di Napoli, ma non posso ora esimermi dal difenderla per quanto riguarda la tolleranza, virtù che la caratterizza (forse troppo, a volte?) da secoli. Mi piace, a tal proposito, tradurre dal francese ciò che ha scritto (in "Sous le soleil de Naples", ed. Gallimard, pagg. 75 - 76) lo scrittore J . - N . Schifano, per molti anni direttore dell'"Institut Français de Grenoble", di Via Crispi: "Napoli è stata, caso unico, la sola città della corona spagnola a non avere mai sopportato neppure l'idea dell'Inquisizione. Contro l'intolleranza sempre, salvando le sue libertà anche quando si è truccata da città sottomessa, ignorando il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo (non c'è mai stato un ghetto qui), Napoli, che rifiuta anche tutte le striscianti inquisizioni di oggi, deve essere considerata come la capitale europea della tolleranza. " (Ma, in Italia, bisognerebbe aggiungere almeno Genova, dove, come scrive Paolo Lingua in "Breve storia dei Genovesi", ed. Laterza, pag. 177, " l'avidità e la mancanza di un fermo credo sono la culla della tolleranza e del rifiuto di ogni forma di violenta imposizione. L'autorità civile veniva prima dell'Inquisizione: le condanne furono pochissime e lievi di fronte a centinaia e centinaia di processi iniziati. ")» |
Inserita il 27/11/2012 |
A distanza di tempo ricordiamo
ben volentieri chi quello che siamo
davvero riconobbe un giorno in noi,
chi non volle inculcarci i gusti suoi;
chi sa ch’è il mondo estremamente vario,
che tanti santi sopra il calendario
rappresentano modi differenti
di stare in mezzo a tutte le altre genti;
chi non è mai portato a giudicare
in base ad una sua particolare
vicenda umana, oppure al suo lavoro,
da valutare sempre a peso d’oro;
chi ci seppe un sorriso regalare
e non ci stette tanto a condannare
per una nostra azione un po’ maldestra,
chi non ci fece uscir dalla finestra:
perché al di là di boria e di baldanza
c’è una virtù chiamata tolleranza,
quella che, come l’olio, s’interpone,
evitando gli attriti, tra persone. |
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«A uno dei miei idoli, François- Marie Arouet, detto Voltaire (1694 - 1778), forse il maggior propugnatore della tolleranza di tutti i tempi.» |
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