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Il tuo ricordo
è come un'ode d'ombra,
tra platani
polverosi di speranze.
Un tempo, verso te
i miei aneliti viaggiavano,
come stormi di rondini
emigranti
in paesi caldi.
Adesso esiliati,
si rifugiano
su isole lontane
dai tuoi occhi,
che come fari spenti
non splendono più
di luce rigogliosa.
La mia anima
è come uno stagno silenzioso
in cui aleggia la notte,
colma di fiori
che han perso il loro odore
di fiume.
Mai più incantesimo di baci,
mai più unioni vuote
di germogli,
mai più menzogne affilate
come il tempo.
Voglio ricordarti così,
con ciò che mai mi fu dato,
con ciò che diedi e persi,
con la voce e la notte,
col mio sonno
che va morendo
in solitudini d'oblio.
Così voglio ricordarti;
come prima dei miei baci,
come quando ancora non esistevi,
come un sogno mai sognato.
Sei in fuga come
un viaggio improvviso
che non giunge
a mete di rugiada.
A volte torni nella mente inquieta.
Solo nella mente!
Per poi ripartire
in zone d'ombre
lontano dai riflessi del tramonto.
A volte torni!
T'amai e forse t'amo.
T'amai come un'isola bianca,
come conchiglia rosa
abbandonata dalla spuma
sulle sponde.
Conchiglia adorata
che il mare si riprese.
Le strade son bagnate
e trasparente m'allontano.
Ti celebro
con la freschezza del mattino,
con calici vuoti,
con ferite di rosa
che si schiudono sul mio ventre.
Dolce lontananza la tua,
come il violento profumo
dei gelsomini,
di una primavera che corre! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Manchi come alle sponde l'oceano, come alla terra il sole, come ai fiori la rugiada. Manchi a questo cuore che ti cerca e che non s'accontenta d'averti avuto! A F. R.» |
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