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| Il giorno raggrinzito
dopo una notte al buio
distende le sue braccia
lungo strade e strade
dove passano uomini
(nessuno resta immobile)
uomini che vivono
nel segno della pace
uomini che dimenticano
gli uomini che muoiono
di fame o d’una guerra
(lontana per fortuna).
S’alzano di buon’ora,
doccia e colazione.
Baciano i bambini,
escono per le strade,
profumano di pulito,
di sole e borotalco.
Anch’io m’alzo al mattino,
bevo caffellatte
e prima d’andar via lavo le mie mani.
Le immergo, l’acqua scorre
chiara sempre più chiara
scompare dal lavabo.
Eccole le mie mani.
Sono fredde e bianche
pulite come marmo.
Le mie mani stringono
carezzano nascondono
attirano respingono
muovono nell’aria
confini ben visibili.
Poi quando il giorno stanco
si chiude lentamente
e spegne le sue luci nella notte buia,
prima d’addormentarmi
ho cura di lavarle
perché non è accettabile
che le miserie umane
sporchino il sonno giusto
di uomini senza colpe.
Quest’alba che mi accoglie
con un sorriso dolce,
come una bimba nata
fra braccia che la amano,
tra sonno e veglia invita
a guardarmi intorno.
E all’improvviso grido
“È sangue!” Le ho guardate
prima di addormentarmi
e certo nessuna macchia
sporcava la mia pelle.
Ricordo ch’erano bianche
pulite come marmo.
Ora di sangue sono
sporche le mie mani.
Qualcuno, chi?, ho ucciso.
Qualcuno accanto a me,
o forse era lontano?,
mentre sognavo il cielo,
moriva nella lama
acuta del mio silenzio.
Quando ho chiuso gli occhi
e l’ho dimenticato
lui moriva straziato dall’indifferenza. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Gli uomini che vivono in pace con se stessi e con il mondo, individui perfettamente allineati, anche se non omologati, con il vivere quotidiano di tutta la società, spesso si assuefanno a uno stile che di vita che rischia di far dimenticare coloro che soffrono, che non sono fortunati come noi. E quando questo pensiero ci assale ci sentiamo colpevoli, involontari colpevoli, di questa dimenticanza. Avvertiamo così le nostre responsabilità, dirette o indirette che siano, nell’infelicità della sorte toccata a uomini sfortunati.» |
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