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Oceano nero impregnato di stelle rifratte
duplicatore di realtà illusorie
irraggiungibili sovrapposte
di superfici piatte in movimento
di sogni sperduti traditi
annegati tra l’onde,
sei specchio crudele d’anime bambine
che sfuggono una guerra di sangue,
giudice inflessibile di coscienze che avanzano.
Fragilità che s’inseguono.
E voi, bagliori di stelle dispersi tra i flutti,
tremanti ricami di sfumature infinite,
non siete forse proiezioni di tutte quelle anime
sparse per l’oceano e spesso sole?
Il destino è uno specchio appannato:
come nebbia
ti nasconde ai miei sensi...
E le colpe si cristallizzano al sole
come la brina si condensava d’inverno
sui vetri della nostra casa,
intrattenendovi il fiato
le frustrazioni intossicate d’orgoglio.
Respiri agli argini d’effimere paure.
In quei vetri così anonimi
incatramati d’indifferenza
opachi e spesso incrostati di fumo
ho ritrovato te, come specchio senza immagini,
come passato senza testimoni:
schiavo sconfitto all’orizzonte del tuo ieri.
Mi rimane quell’angolo discreto
la panchina in legno vecchio divorata dal muschio
assediata da pozzanghere di pioggia gelida.
Bagnati frantumi di bottiglie sul muretto
come specchi d’una notte reticente senza luna.
Spine miste a foglie rinsecchite sul terreno
come maschere d’assurdo
che s’intrecciano alla terra,
come maschere d’un tempo
che si strappa dalla Storia,
com’eterno temporale
che non volge mai in sereno.
Ormai caricatura d’un fantasma
progetto e schizzo d’un pittore indegno,
mi specchio in mille maschere d’amore
m’ascolto in radio e osservo in un disegno.
Mia nuova compagnìa di notti inquiete
sei Maschera di lei che giace in pace:
rifletti nei tuoi occhi i suoi ormai spenti
sì che quel suo ricordo ancor non tace. |
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«Il dramma sociale collettivo dell'immigrazione clandestina (in apertura) diviene tragedia personale, dimensione d'amore, come in gioco di riflessi attuato dallo specchio più misterioso: il Destino, la Sorte.» |
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