Il mio dolore di Elena Poldan (Introspezione)

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Considerazione dell'autore

«... intatto!»

Inserita il 30/03/2013

Il mio dolore

Introspezione

ho strappato sorrisi
dai fianchi di giorni ingordi
e abbattuto stelle
dalla schiena discinta di notti ribelli
ho tamponato lacrime e fiumi
dal mio ventre tradito
e sconfitto attese
avvinghiate ai miei sogni
ho acceso candele
per simulare cimiteri
e leccato giganti
ai confini d’interminabili spasmi
ho capovolto meriggi
fra caviglie e bagagli
e dato alle fiamme denari e nervi
ho intrecciato i capelli
con menzogne e sbadigli
e vomitato da crateri d’echi e vuoti
ho dissepolto ferite e sangue
ancora gorgogliante
e deriso i miei polsi
attorno a faringi di fantocci
ho ingannato il tempo
fra lenzuola e rimpianti
e sedotto la luna e tutti i suoi amanti
ho solcato il sonno di viandanti distratti
per inciampare fra passi incerti
e divelto dimore consacrate
al silenzio d’emozioni taciute
ho rapito le nubi e la notte
per nascondere le mie sconfitte
e allagato oceani e deserti
per prosciugarmi di lacrime e singulti
ho sfiancato le orecchie
di note e scommesse
e marciato sul dorso di destini distorti
per ricomporne gli orditi e confondere fati
ho ballato su pozzanghere di fango
per sentirmi differente
e sfidato tempeste
per ritrovarmi trionfante

ho ghermito il mio specchio
ed eri lì
intatto...

Elena Poldan

25/05/2012 16:27 7| 2028

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Commenti di altri autori:

«La parola erompe, deflagra, reinventa se stessa oltrepassandosi in un mondo che assume contorni irreprensibili. Diventa scandaglio e volo. E come se ogni suo scatto fosse un vortice nel quale il lettore finisce coinvolto. Qui amore e dolore sono stretti. E non resta che lasciarsi ingoiare.»

Giovanni Perri (25/05/2012)

«un testo che trovo di profonda intimità, il dolore con tutti i suoi risvolti e conseguenze... forte arriva chiaro e con semplicità.
belle le immagini dipinte, che tramano ed ordiscono la tela d'un male profondo ... viscerale»

EnzoL (26/05/2012)

«Un dolore che non teme di essere raffigurato in tutte le sue sfaccettature. Un dolore che non lascia spazio all'immaginazione, ma sputato in faccia nudo e crudo. Significativa anche la chiusa. Molto bella»

India (31/05/2012)

«Ha una sonorità che scende un verso dopo l'altro, di parola in parola, giù sempre più giù fino all'ultima, definitiva, sentenza inappellabile:
"intatto"
Inestinguibile. Dal primo giorno arde senza consumarsi, in modo perpetuo, come il fuoco del dannato.
Grande prova poetica. Abbagliante bellezza.»

hy ju (30/03/2013)

«Le immagini che fluiscono da questi sono molto belle, tenendo in lettore quasi in apnea fra suoni, allitterazioni ed emozioni. Un fiume in piena che travolge e coinvolge. A mio avviso però, data la lunghezza della poesia, le immagini abbisognavano forse di un collegamento fra loro, essendo così slegate creando una sorta di semplice elenco. Che semplice, in realtà, non è... ma questa, naturalmente, è solo una mia opinione!»

Michele Tropiano (30/03/2013)

«Immagini, metafore in sequenza quasi assillante come il dolore che le ha suscitate.
Un'insofferenza incapace di frantumare lo specchio dove si riflette l'immagine dell'autore che, in tal modo, esorcizza il dolore e la sofferenza come Dorian Gray»

Azar Rudif (31/03/2013)

«Il nostro dolore siamo noi, anche dopo averlo esorcizzato
ballando su pozzanghere di fango e sfidando tempeste da vincenti,
perché basta guardarci allo specchio e trovarlo in fondo agli occhi,
intatto.»

poeta per te zaza (01/04/2013)

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