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| Il nonno seduto
su uno scanno in pietra
appoggiato al suo bastone di legno
volge il suo sguardo triste
verso la grande vallata
fissando l’orizzonte.
Affiorano antichi ricordi
e inizia a raccontare
con occhi lucidi e nostalgici
le sue storie da bambino.
Quanta nostalgia
nelle sue parole,
mentre un sorriso
disegna le sue labbra,
si ferma il fremito delle foglie al vento,
i passeri smettono di cantare
si sente solo
il dolce suono della sua voce.
Oh nonno!
quanta tristezza
nei tuoi bei ricordi,
quanto rispetto per il tempo che fu
e alzando gli occhi
verso l’azzurro cielo
mandi un saluto
a colei che non c’è più…. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Seduti a parlare tra noi “giovani”, arriva il nonno Francesco e appoggiandosi al suo bastone di legno, ci osserva ad uno ad uno, e, senza accorgersene comincia a raccontare. Ci indica nella vallata i vari angoli che lo avevano visto bambino, dove con il padre e lo zio raccoglieva materiale per costruire un aratro. Noi affascinati lo ascoltiamo, e, lui si sente felice .Lui è ancora tra noi, ma l’amore della sua vita con la quale ha affrontato gioie e dolori non c’è più, è volata nel mondo dei Giusti per poterlo accogliere un giorno come aveva fatto in questo mondo.» |
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