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Assorta nei pensieri
cammino lungo i vicoli deserti
fetore respiro
silenzi agghiaccianti
son lame taglienti
incidono il cuore e brandelli di vita.
Tra i vicoli bui accarezzo i ricordi
lacrime calde scorrono su guance tristi
invecchiate di cento anni
in soli tre anni.
La mia anima
curva sotto il peso del dolore
cammina a piccoli passi
tra i vicoli del cuore
sospesa
tra l’umano eco dei ricordi dei mercanti
sui banchi a piazza duomo
e tra i silenzi lugubri di vicoli deserti.
Sospesa
tra antiche gioie
e nuove ferite mai rimarginate.
Sospesa
in tempi che con occhi osservano i disastri
e con il cuore rammentano i piaceri dei bei tempi
Sospesa
tra la rabbia e la resa, tra il noto e l’ignoto
tra il bello delle pietre centenarie
e il brutto dei puntellamenti freddi e anonimi
messi qui a rimembrar di lutti, di morti, di dolore,
di anime spente in una manciata di secondi.
Vite mutate
per chi rimane a piangere fratelli ora defunti
Vite senza alito di Dio,
si intrufolano in questi luoghi
a cercare, gioia, tranquillità, sorrisi,
spenti da quel maledetto 6 aprile
Vite degli aquilani,
figli senza più madre,
uomini e donne senza più identità e radici
fermi qui a combattere una guerra,
per una terra,
per una città che in tempi belli,
ha accolto i risi e i pianti,
i giochi dei bambini, i primi amori,
i voli dei piccioni, i profumi della vita
ora solo echi di ricordi,
tra i sampietrini in cui cresce l’incuria e l’abbandono.
Immersi nelle le lacrime che logorano i cuori e le anime di tutti
si muovono come fantasmi gli aquilani.
Il mondo osserva
ma nulla muta in questa vita
c’è stasi per la città ferita da
“tre anni” |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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