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Gridano gocce di pioggia
come unghie puntate sul vetro di finestre
di camere lontane,
le tue mani erano fredde
i tuoi baci si scioglievano come liquore
nei bar le sere a bere
e a parlarci continuamente.
Assiderate le palpebre
urlano lacrime
come graffi di smalti
blu oceano
& queste nuvole egocentriche
non potranno mai farti tenebra
ma solo rischiarare dal sole
il tuo volto.
La tua lingua, tessitrice
di parole nella notte senza ritorno,
le tue labbra rosse
non erano altro che sangue fermo
sulle mie diramazioni
sentimentali,
le sigarette fosforescenti
ci illuminavano nei giorni a perdere
realtà fragili.
L'aurora boreale di stanotte sarà ancor più fantastica
degli appartamenti in cui abbiamo traslocato,
ti ricordi Milano?
Quando ti cercavo in mezzo a gente e altra gente,
in metropolitana,
vedendoti dappertutto?
L'opera d'arte migliore
sfuggita al mio cuore da museo;
lo scrosciare della pioggia d'estate
su quei moli distanti chilometri
dagli aerei ci sganciavano delle emozioni
che sapevano come decorarti gli occhi
quando guardavi coi telescopi i tramonti.
A pettinarti i capelli,
a guardarti mettere le tue mani fra quelle fibre
ottiche rosse
& a disordinarli
perché li volevi più sinceri.
A scrivere di canzoni o di poesie lunari in macchina
a continuare a perderci tra i banchi di nebbia
coi fari delle auto che ci attraversavano veloci.
A fare delle nuove terre dei canti,
di ogni goccia di mare una tempesta,
a farci filmare dai fulmini sui tetti dei condomini
quasi riempirsi di scariche elettriche
per ricaricarci e poi tornare a guardarci
e trasferire queste melodie
nei nostri no
che facevano casino,
e non ti lasciavano dormire
sulle tangenziali i treni
e poi, poi la noia,
la noia, la noia
tra lenzuola acide
e non colorate,
sempre bianche,
i cuscini accoglievano le tue ciglia struccate
quasi per accontentarti.
Ciao, ciao ti dirò e mai un arrivederci,
questo è quel che ti dirò
quando scoppieranno i fulmini
e la pioggia continuerà a gridare
graffiandoti sul volto. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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