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 "Per la vita lottiamo!"
Così recitava in testa al corteo
quella scritta.
"Se la sposa e la prole ti preme,
unisciti a noi!"
Gran folla d'appresso,
poi venne "la legge"
e con rabbia represse!
Con sprezzo osservavan la plebe
i borghesi presenti;
con sdegno insultavan veementi:
"È vile plebaglia, seguace di Marx,
scheran bolscevichi, nemici di Dio;
invisi alla Patria, villan, sovversivi.
Di sacra Nazione essi sfidan le leggi
e accettare disdegnan
loro stato di greggi;
dovizia di piombo
sia lor cibo e mercede!"
Intanto la folla un poco ristava
e in flebil lamento quasi implorava:
"Noi nati non fummo per fare le guerre,
far vita da schiavi ed andare al macello;
l'incolto terreno vogliam dissodare,
ché d'aria soltanto non si può campare!
La prole affamata almen sopravviva!"
Diceva la folla che ancora affluiva.
A uno spiazzo giunta ora insiem si trovò;
ma allor pur la "Forza" infin si shierò;
d'avviso un accenno...
e improvviso sparò!
Seguì lo scompiglio, e poi fu gran lutto
compagni ed amici... famiglie distrutte;
Già nera la fame, divenne più oscura,
ma Patria e Potere di ciò non si cura! | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«le vecchie lotte proletarie...» |
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