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Mondo di gnomi, senza magie
nascosti in favole inventate
vivendo tutti in funghi decomposti e colorati
impaludati nella nebbia, dalla realtà al riparo
Guardiamo il mondo dove meno ci fa male
porgendo volutamente, le spalle a quell'altura
Coscienti, senza vergogna
di non poter mai scalare
non possediamo gambe e maestria
la forza non ci ha mai bollato
ma solo vinti, siamo dalla codardia
Impauriti siamo della luce, dal cielo
e da tutto quanto ciò
che ci richiede la battaglia
L'insegnamento di quel gigante
è ormai in disuso, forse volutamente
l'abbiamo sempre rifiutato
perché questo richiede sacrificio
Siamo bravi ad adottare mille scuse
per giustificare la vigliaccheria
il tradimento, quell'eroismo estremo
Esser uomini, questo era il significato
di ciò che ha raccomandato
Siamo cresciuti maestri in ipocrisia
amiamo l'icone, gli esempi
solo a vedere, come frutto della fantasia
Vogliamo imitare, non le gesta
ma solo i detti per farne sfoggio
davanti al televisore
Ripeter tutto come pappagalli
senza mai capire
qual'era il vero suo pensiero
Istintivamente a nostra discolpa
siam pronti ad urlare
“ma che ci posso fare”
“io son da solo”
Riprendiamo cosi quel nostro modo
fariseo di recitare
Accovacciandoci così, in quella mutilata postura
seduti, sperando che continui quest'illusione
dove qualcuno ci riscatti, che per noi risalga quell'altura
Così tranquilli, redenti
ci uniremo a lui con le parole
felici giureremo, che in lui abbiam sempre creduto
e gli siamo sempre stati amici |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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