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La pernice bianca ormai vola basso
la seta arruginisce
non c'è posto più per nessun ubriaco
quaggiù
il vuoto non lascia spazio...
sicché domani
saremo debito
il fardello
delle nostre squame
infarti spirituali
crocchi cerebrali
pattumiere monoteiste
...saremo i testicoli di satana...
cent' anni fa volavamo
galleggiando nell'aria
aeriformi tinelli dall'infinito
bordeggiavamo di Bibbia senza saperlo
raccoglievamo
le stoffe plebee
del manto di DIO
pregiate ombre d'acque salate
sulle sponde
del creato...
mercanti e navi nel porto
trafficavano l'universo,
imbarcavano
le girandole del censimento
l'osservatorio
era una culla di miele
...zenit e nadir di una stessa frontiera,
impollinava cicogne celesti
e fili di seta
organza e raso
come batuffoli di cotone
cadevano
giravano
ci camuffavano
come neve d'agosto... irreali!
elementi d'arte- eravamo-
sarti dei profeti
e assalti dei poeti
vangeli cartesiani
d'incognite a nascere
una cesta di parole
ci mieteva il grano dalla pelle
sementi della terra
raccolti da sapienti mani di fiaba
materne
contadine
fummo
vendemmia di carne e spirito
custoditi
gelosamente
in cantine di vino buono
una notte brillammo come nati
fermentati
tra cosce sante
e uteri sognatori
spumeggiammo
il nostro nonomesegiorno...
madrimadonne
ci ricamorono
per farci grammi di stelle
finimmo sul rigo sbagliato
a storpiare ritornelli
e da lì cominciammo
la nostra personale ReBibbia
raccattandoci tra silenzio e castigo
Io,
ultimo di me stesso
placenta del mio intelletto
mi licenzio da uomo orbo
di me steso
lascio le ossa
e un pezzo d'anima tagliata al vento... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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