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«Una notizia (letta su "Il Mattino" di Napoli) che ultimamente mi ha molto colpito è quella di una possibile chiusura, in Campania, delle "Ipercoop", o meglio di una eventuale (forzata?) cessione - almeno della più vasta - a qualche imprenditore locale della grande distribuzione (e non è difficile immaginare quale sia l'origine del capitale posseduto da certi personaggi...) Per un povero campano, già costretto a respirare i veleni che si sprigionano a causa dell'interramento o dell'illecito rogo dei pericolosissimi rifiuti tossici di provenienza industriale, diventerà sempre più difficile cercare di salvaguardare la salute stando attento almeno a ciò che mangia, dato che gli imprenditori locali distribuiscono latte, carni, salumi, latticini, frutta e verdura provenienti spesso da allevamenti e campagne locali (il maggiore inquinamento si registra a Napoli nord e a Caserta sud) ... Alcune donnette, che si fanno abbindolare facilmente da certi prezzi inferiori ai precedenti, saranno magari anche contente di questi cambiamenti, dimentiche però del vecchio detto napoletano "sparagno nun è maje guadagno": che cosa daranno da mangiare ai loro figli?
(La storia ci insegna che molti popoli antichi si sono estinti col tempo probabilmente proprio a causa di una prolungata alimentazione sbagliata.)» |
Inserita il 07/12/2012 |
"Campania felix" quella dei Romani,
privilegiata, fertile, solare,
capace di serbare echi lontani
nelle gocce di un vino eccezionale;
ancora sana quella più recente
della mia giovinezza: i militari
più abili e in salute di frequente
erano proprio i miei corregionali.
Infelice sei ora diventata,
regione che continuo ad abitare,
da chimici veleni tu infestata,
per colpa di chi assai ti vuole male! |
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«Nella prima strofa mi riferisco ai versi dedicati da Fedro ("Fabulae", III, 1) al vino Falerno: "O suavis anima! Quale in te dicam bonum / antehac fuisse, tales cum sint reliquiae? "; nella seconda ad una pubblicazione dell’Esercito degli anni Settanta, che ebbi occasione di consultare quando ero militare (risultava che, alle visite di leva, i giovani campani erano i più sani d’Italia); per quanto riguarda la terza strofa, penso che non ci sia bisogno di spiegazioni!» |
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