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«"Che cosa vuole dire essere italiani? L'identità italiana è un frutto recente. E' arrivata con sei, sette secoli di ritardo rispetto ad altri Paesi: Francia, Inghilterra. E senza il collante rappresentato nelle terre tedesche dalla religione luterana e dalla Riforma. L'opera di unificazione è risultato di iniziative minoritarie. I governi che si sono succeduti negli anni di unità statuale hanno stentato a realizzare il senso di comunanza diffusa. Tanto è vero che, a un certo punto, il tentativo di unificare il Paese passa dal vecchio centro liberale al fascismo. Che lo fa con mezzi coercitivi e retorici. Poi, dopo la Resistenza che rappresenta un momento alto dell'identità del Paese, ma assai circoscritto, l'Italia non ha avuto governanti che si ponessero il problema di rafforzare quest'identità comune, e anzi da un certo momento in poi l'hanno vistosamente contraddetta. Quindi trovo spiacevole ma comprensibile che l'identità italiana a 150 anni dall'unità politica sia ancora così fragile" (Alberto Asor Rosa, intervistato da Wlodek Goldkorn, su "L'Espresso" del 12 gennaio 2012, pag. 78) .» |
Inserita il 23/02/2012 |
Chissà, se fossi tu rimasta in tanti
Staterelli divisa, Italia mia,
qualche passo di più fatto in avanti
avresti mosso, in degna compagnia:
in compagnia del Belgio, dell’Olanda,
del Lussemburgo, di chi piccolezza
lieto esibisce, affinché s’espanda
meglio la veritiera sua grandezza.
Con tante capitali, eccezionale
sarebbe stata quell’irradiazione
della tua civiltà, che non ha uguale
in quella di nessuna altra Nazione.
Staterelli da ridere eravamo,
assoggettati all’uno o all’altro Impero?
In realtà, dopo, cosa mai noi abbiamo
conquistato di solido e di vero?
La potenza di Roma non poteva
tornare ancora a incider sulla storia:
l’Italia unita a stento si reggeva
sulle memorie dell’antica gloria.
Chissà, nessuno sa cosa realmente
poteva capitare se altrimenti
si fosser svolti i fatti, ma la mente
non fa che vagheggiar degli altri eventi! |
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«Ho questa (malsana?) idea in testa da quando studiavo la Storia alla scuola media...» |
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