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«troppo in alto? Non credo, Ho semplicemente scritto quello che il cuore mi ha suggerito in un risveglio iprovviso nella notte.» |
Inserita il 26/02/2012 |
| Vidi te,
salir sul monte dell’ormai certo,
col peso sulle spalle trascinavi su quel legno
già unto del tuo sangue.
Spine fitte e rovi, penetrando la tua carne,
lavarono la “vergogna” del nostro peccato.
Strada di sole battente gremita di popolo che urla.
Chi piange il tuo dolore segue, passo dopo passo,
la strada di sangue che ti conduce al colle;
e chi invece con sprezzo incita il centurione,
ignaro della sorte che il padre tuo disegnò per te.
E tu! madre, sapevi già del funesto giorno.
Il tuo cuore è lacero di dolore per il figlio morto,
che al petto stringi forte a te.
Vidi te, con lo sguardo volto al cielo,
cercare il padre implorando per noi il suo perdono,
per le nostre colpe.
Il cielo, si oscurava sopra i nostri occhi
e il rimorso si diffondeva tra la folla impaurita.
E mentre tu mio Signore,
pativi le torture di rovi e spine,
una corona fu posata sul tuo capo sofferente.
Vidi il sole perdere la sua luce, il suo splendore,
mentre un popolo in ginocchio
“barattava il suo Signore”. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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