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| Quanti giorni
Sono andati
Superbo padre di menzogna
Secoli
Per i figli a me strappati
Vite,
Rami,
gemme dai dolori mai sopiti
Tu,
ladro del mio amore
ridotto a polvere cosparsa sul tuo altare
ricordi
quel pianto di dolore?
Supplica
Di chi vedeva il seme profondo del suo cuore
Discender vittima
Di sangue d'espiazione
Tu,
mostrasti il pugno
a chi d'eterna luce ti creò
Padre,
che il perdono ti mostrò,
Figlio,
che per odio non prostrasti
nemmeno un alito del mio volerti ancor
ricatto immenso
che or più non consola
Vinto
per primo dal mio fior
figlio della vergine dal puro allor
Incenso
della madre ritrovata
che sale da quel dì
sul mio splendor
inimicizia promisi al tuo tradir
Donna,
che il mio fior
nell'atto ultimo del suo divino amor
con croce rossa
promise ed affidò
ai figli nuovi che cantan nel dolor
rinati al fuoco
disceso dal creator
Madre,
Regina
e figlia nuova
Sposa
e triplice candor
che or racchiude
nel suo giardin fiorito
i figli santi
che il sangue riscattò
Gronda,
Penetra
e Feconda
li senti uniti
cantare eterna gloria
potrai cercarli
ancora per un dì
saran catene
difese del gran re
che spreme ancor
seppur già vincitor
saranno loro
Figli della Rosa
attenti e fidi
legati al mio volar
diranno voci
che tu conosci e temi
son la mia voce
che tuona basta
al tuo farli morir
una parola
un attimo
una luce
son già schierati
per l'ultimo patir
acque d'un parto
che morte mai
più non vedrà. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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