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«In una radiosa giornata primaverile, inondata da tanta armonica e bucolica bellezza scrissi questo testo d'amore per la natura e i fiumi, purtroppo la natura spesso torna a vantare i propri diritti là dove l'uomo non la rispetta e cerca di ostringerla in budelli di cemento, la terribile alluvione che ha messo in ginocchio questo angolo di paradiso con il più alto dei tributi, quello in vite umane, mi ha ricordato quella ormai lontana giornata di vento e mimose, e quel quasi profetico verso " incastrate fra i veleggi vegliano le case", molte delle quali, ad oggi, non esistono più.Con profonda commozione e dolore, ma anche con speranza ed affetto ricordo questa popolazione particolarmente colpita.» |
Inserita il 31/10/2011 |
Nido di sassi e sterpi ampio torrente in secca
contro alla foce
filo d'acqua in navigare felice
si fa ampio colmandosi di verde
in un mare dalle fitte schiume rifiorite
fioccaggine crespa e nevosa, s'aggroviglia
incastrate fra i veleggi vegliano le case.
Squassando pallide tamerici che furono rosate
il "marino" geme musicalità trasparenti di fini sabbie marmoree
s'estende oltre quei varchi
s'inerpica tra i botri, contorto fra i pini
in un garbuglìo di rovi.
Giallo,
un ardere di mimosa esplode in gridi
mentre lascia gli istanti futuri senza traccia
asprigni in su dal mare. | |
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«Bocca di Magra, la foce (tratta dalla Silloge "Dei fiumi)» |
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