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Fui solo quella sera,
seduto all'imbrunire,
accanto hai miei pensieri
Pure il tempo era fuggito,
dal ieri, dal volto e dalle mani,
rughe appassite, come chiuse persiane,
han sepolto sogni che oscurano il pensare
Ma l'anima gioiva, il cuor forte batteva,
cercando come un bimbo, quel che più non era
Ancor pensare a te, dopo le primavere, era forse follia
o forse malattia, che ancora rimaneva, che non andava via
Un viso tanto amato, è come un vento amico,
sempre poi ritorna, fantasma incustodito, a dire del passato,
far volar qualcosa nel cuore ancora vivo, a carezzare il volto,
rinascere un sorriso
Rimasi ore, ad ascoltar quel nulla, soffio d'un passato,
per l'anima respiro, al cuor palpito amato
Col volto tra le mani, due occhi dentro gl'occhi,
parole ancora in mente,
momenti ad annebbiare le strade del presente
Quanto azzurro cielo, quando ancora eri,
come un giorno al mare,
di sole che rimane
Quasi breve fiaba nel buio d'una sera,
lascia in mente frase, nel tempo,
che l'anima dispera |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sempre un cielo azzurro, d'amore puro vero, da nube andata altrove, anche se passa il tempo se solcano le rughe, rimane nel pensiero -» |
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