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Eri lì con il flebile filo che regala la morte,
ed eri lì impreparata, sperduta
ed un insolito senso d'abbandono.
Forse imploravi,
ma lei impavida ti stringeva sempre più a se,
si saziava adagio della limpidezza della tua anima.
Ti strappava selvaggiamente da ogni cosa terrena,
da ogni dolce e silente luna,
dalla soave magia di commisti colori
che regalano vita al nuovo giorno.
Ti nascondeva per sempre
la fragranza della leggiadra caduta delle foglie d'autunno,
del lieto candore di una sera d'estate.
L'odore dell'asfalto bagnato dalle lacrime adirate del cielo
e di ogni pioggia eclissava il suo spensierato arcobaleno.
L'ombra tacita e brutale lacerava segretamente ogni scheggia d'esistenza,
catapultata nell'ignoto Tartaro inutilmente Orfeo cercherà di ammaliare gli dei degli inferi,
il suo armonioso canto non potrà riportarti ormai a questa terra fatale.
Il veleno di ogni uomo ti conduce all'atroce destino.
Nulla potrai,
nulla udirai,
non felici schiamazzi notturni,
non l'amata voce materna,
non pianti di bambini in fasce,
non il gallo che canta al mattino.
Non udirai il delicato canto degli uccelli oltremare
e riconoscerai nella loro smisurata libertà
l'opprimente gabbia della fine.
Forse sarai vittima dell'insopportabile silenzio,
del gravoso buio ultraterreno.
O forse di luce e pace padrona sarai,
ma ciò che in vita era la tua vita ora è assenza del tutto,
l'inesprimile assordante ed incontabile nulla.
Nulla più potrai aver fra le piccole e flebili mani,
il fuoco della passione si spegnerà su morbide e delicate labbra
che non potrai sfiorare,
negherà te la forza di un tenace abbraccio capace di attravesarti l'anima,
nè mai più le tue vecchie scarpe bucate toccheranno nuove città.
Allontanarsi lento il fumo di una sigaretta fra le tue mani mai più vedremo.
Di tangibilità fattibile non potrai più usufruire,
neanche del mare potrai compiacerti.
Ti sarà concesso null'altro che l'ultimo brivido di freddo prima di morire,
agghiacciante freddo omicida,
lacerante frastuono che dirompendo nei sensi assaggia la tua carne
e diventa il tuo assassino.
Spero che ovunque tu sia,
tu possa ancora sorridere e vivere attraverso l'illogico movimento dei pensieri
che lentamente ci consuma.
Spero che la tua nuova dimora sia una terra che non conosce tramonti all'orizzonte,
che si presta ogni giorno al calore di un sole non più così lontano come lo è dalla terra. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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