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Grido!... Urlo contemplando nel pianto,
nel pianto che ansima, urlo nel singulto
sfidando tremante l'ansia, l'occulto
dell'inesorabil sentier del destin.
Bruta sorte, sgherro senza clemenza,
la pazienza disfidi del mio spiro,
schiaffeggi il sogno che dormiente miro,
schiaffeggi il gaudio ch'ivi mi vòl baciar;
onde parmi che sotto al piè sprofondi
la viscida terra che tosto crolla
a seppellir l'appassita corolla
d'un fior che cade nel mio sonno e muor.
Maledetta tu! Tu che sei crudele,
tu negletta imago d'un folle spettro,
angoscia, frenesia che collo scettro
comandi le nefaste stelle, il mio fiel!
Ansimo!... A te, Sol d'Amor ch'ancor bei
la mente mia, il ciglio piangente volgo,
in te, malvagio, veggo e forse colgo
la traccia d'un interminabil patir.
Andatevene, fantasmi di Ninfe!
Via... su, correte via affoganti Ondine!
Andatevene, Villi malandrine
che il desir mi legate al vostro danzar!
Volate, malvagie; spiegate l'ale,
Arpie! Lasciate nel feroce strazio
il mio lento sospir che giammai è sazio
di queste iatture, di quest'aspri dolor!
Inabissatevi né mar, Sirene,
volti d'affetto che mi fan cenere...
visi soavi che recordan Venere,
che ai sogni recordan ciò che non avrò!
Grido!... Mi giacio convulso, prostrato
a urlar al forte Nume che mi sente,
a cantar preghiere, parole lente
che dicon «Ho ben ragione di gridar!».
Ma la miser Vita scorre frattanto,
e nell'urlo avrò allor vissuto indarno,
sarò io medesmo il dolore che incarno,
sarò l'uomo senza affetto, senza Amor. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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