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Scenda la luce
sulla mia strada,
si schiuda il cielo
prima che cada.
Ma quella luce
si lasci scrutare,
immersa nel neon
per non abbagliare.
Vagai con il cuore
fra stelle e ruscelli,
bramoso di pace,
schivando gli orpelli.
E il cosmo pulsava,
di lui mi vestivo,
e l'acqua scorreva,
e l'odio smarrivo.
Fiutavo la vita,
l'olistico orgasmo,
schernendo le ansie
con dotto sarcasmo
Sbocciò finalmente
il mio terzo occhio,
un dono creativo
deposto a rimorchio
di squallido sfarzo
che avevo ingoiato,
corrotto dai capi
dei credo di Stato.
Poi Socrate apparve,
scienziato perpetuo,
"La verità – disse –
è tendere all'equo".
Ma in controtendenza
l'asceta che sogna
con misantropia
si china alla gogna.
La società infetta
da idee istituite
infanga i poeti
con storie assopite.
E si manifesta
l'eterno principio,
l'acronico Dio
votato al suicidio,
perché troppe bocche
lo mimano indegne,
perché di menzogne
le orecchie son pregne.
Di libertà
l'uomo è plasmato,
l'essenza di ognuno
è un faro sfocato.
Ma santi oppressori
forgiarono imperi,
tirannico tarlo
che permea i poteri.
Spirito dolce,
natura inviolata,
di stupri al tuo ventre
la fede è macchiata.
Venga purgata
la stirpe corrotta,
di angeli eroi
irrompa una frotta.
Esplodano adesso
tesori di preti,
bruciando sciacalli
e i loro decreti.
E il bianco gregge,
ottuso dal dogma,
di nefandezze
non lasci più orma.
Amazza anche me,
Creatore pentito,
ma inebriami gli occhi
del sommo Infinito.
Mostrati, o Dio,
mostra il tuo nome,
sei l'unico vento
che bacia le chiome.
L'inutile guscio
dell'anima umana
filtri il mio feto
incontro al nirvana.
Le piaghe del viaggio,
sepolte maestre,
mi solleveranno
dal limbo terrestre.
Polverizzato,
di carne sgualcito,
planerò dentro
a un tempio pulito.
E illuminato
da fascino muto
schiarirò il senso
del tempo vissuto. |
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«A volte sentiamo vacillare quelle verità con le quali ci hanno bombardato sin da bambini. Nel cuore di ognuno è nascosto un terzo occhio, la via per la propria realizzazione e felicità. E per riuscire ad accendere questo faro sfocato è necessario entrare in simbiosi con il mistero dell'universo, quel principio creatore che ha un solo nome ma che l'uomo, avido di potere, si ostina a voler monopolizzare.» |
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