Mi chiamo Giuseppe ma non sono quel "famoso" falegname
mi sento un re anche se non ho un reame
nato libero e libero è il mio amore
poeta sognante, poeta del cuore
cantastorie o giullare poco importa, ci sono
e mi ritrovo passeggero del tuo perdono
re senza reame ma padrone del castello fatato
saltimbanco del mio sogno alato
ed ogni sogno ha sempre le sue lacrime vere
ben celati i pianti nelle silenziose sere.
Mi chiamo Giuseppe ma non sono la storia
di certo sarò l'artefice della mia vittoria
entrerò nei ricordi se sarò ricordo
e del foglio non sarò mai il bordo
il mio cuore sorride ancora alla vita
proprio adesso che inizia una faticosa salita
e senza nessuna paura e tanta decisione
sarò per te sempre una nuova canzone
artista di strada o narratore senza meta
oasi nel deserto, oppure acqua cheta.
Mi chiamo Giuseppe, una penna fra le dita
sognatore di un sogno eremita
cultore delle parole e umile scrivano
servitore instancabile della mia mano
eccomi nell'estasi del momento sublime
nuotare nelle mie rime
accarezzare le parole e renderle calorose
padrone della serra e delle sue rose
attore senza tempo di un tempo senza età
saltimbanco, scrivano, giullare, chi lo sa.
Mi chiamo Giuseppe ma non ho scritto la Traviata
l'opera più grande, è la mia "amata"
e nei versi che suona il mio cuore
lo spartito legge solo amore
mi chiamo Giuseppe, e sono il mio sogno
due lacrime nell'emozione e non mi vergogno
ed una sola certezza reale, vivere la vita
mi chiamo Giuseppe, una penna fra le dita.