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Oh docile creatura della notte,vorrei poter vegliare sul tuo riposo eterno fino a quando la tua anima non si sia plataca dal dolore che ne ha provocato la dannazione..
e tra queste pagine bianche,tinte ora da un tocco di nero io lascerò i miei pensieri nella speranza che un giorno potrai leggere queste righe e capire.. finalmente capire quello che i miei occhi hanno cercato in vano di comunicare.
Occhi che alla luce del giorno erano schivi e si nascondevano da domande e risposte troppo affrettare;occhi che solo al pallido riflesso lunare riuscivano a rivelare quello che era nascosto in quel angolo troppo buio da essere rivelato.
Nei mie pensieri come un ombra scivola la tua figura e la tua voce mi attraversa come il più gelido dei venti invernali,mentre sei li nascosto nella notte in silenzio e chiederti se questa vita sia quella che volevi,o se sia solo un'altra via sbagliata per quella che poi sarà la tua più desiderata ricompensa.
Ti ho appellato con diversi nomi,ma la tua essenza rimane immutata e per sempre resterà tale,in quell'abbraccio che non avrà mai fine,in quella notte che non vedrà mai la nuova alba se non nel ricordo di un giovane,ormai vecchio che contempla il cielo alla ricerca di un sole che non rivedrà mai più.
E mentre io vago nella notte,mi capita di intravedere una furtiva ombra che si ritrae per evitare il contatto con una natura che sta lentamente dimenticando,e anche un solo tocco, un solo gesto riporterebbe al cuore quella dannata nostalgia che in vano cerca di contrastare.
Che sia la dannazione la tua unica felicità? l'unica via in cui lo specchio della tua anima riflette ciò che se ne sta nascosto nel cuore,nel suo mostruoso buio per paura dimostrarsi al mondo; troppo fragile per mostrare il proprio volto,ed una maschera diventa la più preziosa alleata che la notte e le tenebre possano mai creare per nascondere quegli occhi cosi profondi e veritieri, che rischiano di dare le risposte che tanto teme e brama senza sosta,nascosto li da solo.
Lascia che ti aiuti,oh spirito inquieto,cosi che anche quella parte nascosta della mia essenza plachi per sempre il suo urlo disperato,alla ricerca un amore ormai perduto perché non ebbe il coraggio di strappare una promessa "Vi prego mio signore,non andate dove non posso raggiungervi e aiutarvi".
Ella morirà con me,soffocherò la voce che nella mia testa ripete quel nome,chiuderò per sempre quella porta che mi aveva condotto nel più strano e surreale dei sogni. In fondo cos'è un sogno? un desiderio,una speranza,un frammento di quello che vorremmo essere ma che non possiamo e che ci trasciniamo dietro da mille e più vite.
Dolce riposa di fianco a me,posso sentire il suo respiro disteso e calmo,vorrei che il tempo si fermasse cosi in questo istante,come quando desiderai che quella vita,che io stessa mi ero creata dal nulla,da una pagina della mia fantasia,divenisse solo per qualche ora la mia realtà pur sapendo che non avrei mai avuto il coraggio di tornare nuovamente in dietro.
Questo quello che vorrei,essere un'ombra,silente e pallida come la luna per regalare un po' di luce a chi sta lentamente perdendo la propria,rischiarando la via più breve attraverso il bosco dentro cui ti sei perso,anche se so che non vuoi essere salvato perché da solo devi riuscire a sollevarti di nuovo,anche questa volta come allora,come hai imparato a fare;
a combattere,diceva una voce che ora si è persa,impara a combattere per quello che ami e so che combatterai perché non esiste nulla che non può essere fatto se abbiamo tanta perseveranza di quella che vantiamo.
Io conserverò questo ricordo,come una rosa scarlatta,tra le pagine di un libro non ancora scritto,nelle parole di una canzone che deve essere ancora cantata,tra i pensieri di una donna che ha versato troppe lacrime prima di capire.
Per colui che mi ha cinto tra le sue braccia,muovendosi lento e cauto per non disturbare un sonno agitato,io sarò qui,qualsiasi cosa possa succedere se queste mie umili e rapide parole,vergate di getto prima che il pensiero possa volare via,saranno sembrate pungenti,precise e forse troppo affilate;
ricorda che hai in pegno un tesoro cosi grande e fragile, da custodire in una teca di cristallo e da accarezzare solo da ali di farfalla,io lo dono a te,perché so che saprai custodirlo per sempre | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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