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« Morrò codardo nel gaudio ferale
de' crimini che sempre mi fian Uomo.
Maledirò il genere egro e mortale
che si ribella... che non è più domo.
Il mio estremo spiro sarà anche il vostro,
popoli difformi, masse di germi.
Morrà questa mia aquila. Ma il suo rostro
le vostre ossa seppellirà tra i vermi.
Crudi olocausti di stirpi servili!
La mia Morte avrà ucciso nuove proli,
avrà celebrato i cupi fucili...
I Divi son morti! Caduti i Soli!
Ho insegnato l'istinto della Vita
a coloro che giaceano dormienti;
e la Discordia perduta e contrita
ho ricondotto tra i baldi viventi.
Collo scettro calpestai le Nazioni,
imposi ai metafisici il mio Nome.
Oh mio diletto! Uccisi Passioni,
sterminai pallide bestie da some.
Belle pugne! Una guerra senza senso!
Inno ferino alla nuova Speranza!...
La Morte?... La derido; e tosto penso
nella crudeltà della mia baldanza...
celere credo forzando la gola
che Morale, e Paradiso e Signore
siano ree menzogne... siano una fola
dovute all'egra miseria e al dolore.
Esisto io solo. Io solo esisterò.
Sarò sempre nulla; il Nulla sarà me.
Sto morendo. Folli! Presto tornerò
a donar ai miscredenti la mia fè.
Ascolta, stolto! È il trillo del Diavolo
che vuole pascersi del tuo vigore.
Quivi morrò! Sarò presto tuo avolo...
sarò lui che ti negherà l'Amore.
Oh ilare gaudio! Veggo automi arditi
vagar pelle macerie delle città.
Mi rallegro! I Valori son sopiti...
sempre più morta giace la Libertà.
Tra aër cupo di zolfo e di flogisto
mai il nulla che è in me vi darà la Pace.
Muore per sempre la solare face...
Risorge il Nulla... vive l'Anticristo». |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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