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«Ho fatto l’esperienza, nella vita, che tutto ciò che può piacerci davvero, che veramente possiamo amare, non deve essere imposto, ma liberamente scelto. Ecco perché spesso i rapporti con i parenti ci sembrano oppressivi, noiosi, falsi... La parentela ci è stata imposta, non ce la siamo scelta, e il sociologo Claude Lévi- Strauss riscontrava una chiara analogia tra la parentela e la fonetica: entrambe non possono funzionare se non si fissano delle regole rigorose, se non vengono integrate in sistemi, se non si servono di abitudini stereotipate... Ma c’è un modo per uscire, senza scappare, da questa claustrale gabbia? Penso, col tempo, di averlo scoperto: riusciamo a godere dei parenti se ce li facciamo amici, se diventiamo capaci di intrattenere con loro dei rapporti che poco o nulla hanno a che fare con le classiche e stantie tematiche della parentela, e che invece molto riguardano dei comuni interessi culturali, se ci sono, o anche delle schiette controversie su temi di carattere generale, proprio come avviene tra amici.» |
Inserita il 20/01/2020 |
Nascono un po’ per caso, scaturiscono
dall’intreccio fortuito di milioni
di corpi in viaggio dove confluiscono
le più varie abitudini e passioni
(legami d’amicizia e dell’amore,
con delle forze intense che colpiscono
l’anima, l’intelletto, mente e cuore,
e dopo un poco spesso - ahimè - svaniscono) .
Ci sono altri legami: le persone
fin dalla loro nascita carpiscono,
anche se assai diversa è la visione
che all’esistenza esse attribuiscono
(i legami di sangue imputridiscono
dopo un poco di tempo, deteriori
diventano i cordoni, che marciscono
in morte acque come spenti fiori) . |
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