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«Beh, le considerazioni sul tema le lascio a voi. Io sono pessimista e non vedo ancora alcuna alternativa. Accetto incece volentieri consigli e suggerimenti che mi aiutino a migliorare la mia scrittura. grazie!» |
Inserita il 02/06/2011 |
In terra di gran storia e di cultura,
un cavalier si fece di ventura.
Seguendo quello di triste figura,
volea drizzar l'intera sua struttura.
E si che c'era urgenza, in cambiamenti,
ma confusion regnava nelle menti,
la corruzion offria segni evidenti,
ed i rimedi errati o inconcludenti.
Ma nel castello c'era molta vita
e frequentar divenne cosa ambìta.
Vi nacquer nuovi balli e nuove stelle;
scoperse e dié valore a donne belle.
Il mecenate generoso e ricco,
amava il lato vivo del barocco;
non era interessato alla cultura,
assecondando in ciò, la sua natura.
E detti pronunciò di un certo effetto,
che bene dimostravan tal concetto.
Essendo d'altri tempi egli un signore,
cantava bella figlia dell'amore...
Sull'uom la donna, il sesso o la sostanza,
manifestò il pensier, senza creanza,
e il mondo infine, gliene chiese conto;
qualcun de'suoi ne decretò il tramonto.
Intanto che i famigli lo lasciavan,
bruciava Roma mentre lui cantava.
Or che che niun più riesce a unir le cocce,
duro è persin poter fermar le bocce. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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