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Resistiamo sotto i cieli sempre uguali,
screziati d'azzurro.
Trasciniamo queste gambe,
ignari della meta
neghiamo la paura di morire.
Di giorno le vergini gridano a Dio il loro orgoglio
di notte sussurrano a Satana di liberarle dal fardello.
Sudario di pena e mestizia è la notte.
E di notte le navi che solcano gli oceani
sono ignare dell'ubriachezza sui ponti.
Corpo mio tu sei la mia nave
e sul tuo ponte c'è un'anima ubriaca.
Beviamo dunque!
Beviamo il dolce vino che induce il sonno,
che illude e sfinisce
ma ricuce gli strappi dei cuori a brandelli.
Stupriamo il candore dei gigli,
delle margherite e delle calle,
distruggiamo il bianco.
Balliamo orgiastiche danze,
tributiamo onore ai vizi.
Che divengano virtù!
Menadi portatemi con voi.
Nei boschi consacrati all'orgia.
Preparatemi un giaciglio di foglie marce,
divorate la mia morale, avete il mio consenso.
Sporcate la mia anima
e che le fronde degli alberi assistano al mio battesimo pagano
che si celebra con il sangue.
Straziatemi Menadi e fate di me un Fauno.
Orrendo e crudele.
Liberatemi dalla natura umana e ridatemi la bestia. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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